A CIASCUNO IL SUO / SECILIT HAKUN - (Elio Petri) - Podcast video
Cari ascoltatori di Radio Mi,
Nel primo episodio del mio podcast intitolato "L’Arca di Noe" ho parlato di Fellini e in particolare del suo film 8 1/2 (Otto e Mezzo). Tra l’altro vi ho parlato per l’introduzione di questo film come uno dei componenti più importanti del film in generale, e di questo film in particolare.
Oggi vi parlerò del film italiano “A ciascuno il suo” del registra Elio Petri che mi ha lasciato una un’impressione particolare, soprattutto in uno dei suoi componenti. Questo componente del film secondo il mio parere è di un’importanza particolare anche se si trova cronologicamente alla fine del film, intendo l'epilogo del film. Analizando 8 1/2 ho cercato di argomentare che la chiave per capire e decodificare l'autore si trova nella sua introduzione cioè all’inizio del film. Oggi vi suggerisco che la chiave per decodificare il punto di vista di Elio Petri possa essere trovata nell'epilogo del film “A ciascuno il suo”. Dove lo baso questo suggerimento? La trama del film è ispirata dal romanzo con il titolo del grande scrittore italiano Leonardo Sciascia, cioè la il racconto della narrativa nel film della trama arriva in un modo imposto dall'autore. Petri non poteva esporre prima il suo punto di vista di questa storia. Io penso che solo alla fine del film lui poteva permettersi di prendere una posizione preliminare su questa storia e penso che solamente alla fine del film lui poteva permettersi la presa di una posizione. Inoltre il carattere giallo di questa storia non ti permettere di prendere una posizione preliminare essendo che potrebbe decospirare ai personaggi l’irriconoscibile e l’imprevisto che noi la percepissimo nell’ultimo atto del film. Ma perché è cosi speciale questo atto finale? Niente di particolare non accade in questo finale da quello che aveva scritto Leonardo Sciascia ma la particolarità di cui vale la penna commentare è legata non con quella che ha dato Petri ma come lo ha data cioè è legata con la forma e non con il contenuto. Quello che viene notato specialmente in questo epilogo al modo come il regista ha realizzato questo romanzo e come lo ha visualizzato questa storia e’ la posizione del obbiettivo e del montaggio sono imposte in maniera più documentale possibile come aver dimostrato la veridicità’ di questa storia come per dire che noi vi abbiamo raccontato una storia ma questa storia viene presa dalla nostra quotidianità’. Questa storia è reale ed è vera e il punto di vista documentale ti fa vedere la parata dei personaggi che vengono alla direzione dello spettatore con il trionfalismo sfidante della mafia che ha vinto la sua otta sottomettendo la città.
Con fiori bianchi tra le mani salutano, baciano, incontrano i presenti che li accolgono con gioia. ci sono tra loro alti rappresentanti della politica e della chiesa. Tutti camminano insieme e si avvicinano ancora di più alla telecamera verso lo spettatore. Tutto ciò che accade viene accompagnata dalla musica allegra e festosa del grande maestro Luis Bakalov.
Nell'ultimo piano abbiamo la fila dei protagonisti di questa storia, l'avvocato Norosela e Luisa la vedova del Dott. Oscio, che salgono le scale davanti alla telecamera, bloccando l'intero schermo. Questa comunità, questa società ha accolto senza drammi l'assassinio del professor Laruana e di suoi due amici. Questa comunità ha accettato questa chiusura di storia che è stata mostrata non solo senza rimpianti, ma al contrario con ottimismo. È l'ottimismo con cui questa comunità, questa società va determinata verso il male, verso l'oscurità che copre tutto passando dalla luce all'ombra lentamente le loro silhouette scure bloccano completamente la vista fino a un completo oscuramento dello schermo dove appare l'ultima parola.
Di fatti, lo stesso atteggiamento si documenta Petri in un altro schena del film quando il procuratore con il suo assistente stanno filmando i personaggi di questa piccola città mentre indagano sull'omicidio dei due amici del professor Laureana.
In questa scena le riprese sono fatte con un trasformatore, da lontano e spesso in primo piano abbiamo qualche qualcosa, un oggetto, un fiore o qualcos'altro sfuocato che copre i personaggi che vengono girati. Questo modo di girare restituisce al film dal punto di vista formale quel carattere reale documentario del film. D'altra parte, questo modo di girare crea la sensazione della scoperta che il procuratore sta cercando di realizzare. Le immagini dei personaggi che simbolicamente gli vediamo nascoste attraverso il testo descrittivo rivelano il carattere di ciascuno. Praticamente lo spettatore in questa scena viene informato della storia, del carattere e di tutto il necessario sui personaggi che popolano questo dramma provinciale.
Il dettaglio più affascinante è il fatto che in questa scena abbiamo la presenza di due telecamere, quindi ci sono due telecamere una dopo l'altra in cui una riprende il personaggio durante la processione e la telecamera del film che riprende la prima telecamera, cioè l'assistente e il procuratore mentre vengono filmati. I personaggi del film sono l'argomento che viene messo sotto inchiesta dal procuratore e dall'assistente cioè dalla giustizia, mentre lo stesso procuratore, cioè la la giustizia, viene messo sotto inchiesta dallo spettatore. In questa scena, lo spettatore tramite il tocco della regia si trasforma in un investigatore.
L'ultima scena inizia con il dettaglio della croce e durante l'apertura del quadro ci rendiamo conto che abbiamo a che fare con l'auto funebre del professor Laureana. Il prossimo piano mostra una lunga serie di auto che a prima vista ti fanno pensare che stiano andando al funerale ma poi ci rendiamo conto che stiamo perseguendo in due eventi diversi. La fila di macchine non fa parte del corteo funebre del professore ma è la prova del potere dell’avvocato che è confermata dalla grande presenza di amici e dal loro sostegno per il suo matrimonio con Louise.
Il corteo imposto da mezzi di lusso e gli abiti mondani di espressioni ghiacciate coperte da occhiali scuri, abbracci, strette di mano, baci, pettegolezzi, flash della fotocamera e risate diversi da ciò che è solido ricordare in un giorno festivo della liberazione collettiva.
Il film inizia con l'anonima lettera di minaccia di morte che il marito di Luisa ha ricevuto e si chiude con il matrimonio di sua moglie. Questo cioè è un circolo vizioso in cui, sotto la soluzione di un omicidio passionale, vengono risolti problemi che hanno a che fare sia con la moralità che con le finanze e la politica.
Elio Petri era un regista politicamente impegnato che con un insolito coraggio civico ha affrontato temi delicati della storia italiana e dello sviluppo sociale e politico negli anni 60-70.
Il film ciascuno il suo è stato realizzato nel 1967. La sua sceneggiatura è stata ispirata da Leonardo Sciascia e adattata per il film da Elio Petri e Ugo Pirro. Il direttore della fotografia è stato Luigi Cavalier, che ha realizzato con a ciascuno il suo il suo secondo lungometraggio. In questo film è stato stabilito un lungo rapporto di cooperazione tra Petri e il Cuvelier, creando così insieme nel 1970 un’Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto con il quale hanno vinto l'Oscar come miglior film straniero in cui il protagonista era Gianmaria Volontè l'attore preferito di Petri.
Cuverier nella sua lunga carriera come direttore della fotografia ha lavorato anche con altri grandi registi come Billy Wild Marco Bellocchio, Mario Monicelli, Andy Warhol, Marco Ferreri, Alberto Latuanda, Dario Argento, Damiano Damiani ecc.
Il montaggio del film è stato realizzato da Ruggero Mastroianni, fratello del famoso attore Marcello Mastroianni. Lui ha realizzato molte collaborazioni con Federico Fellini, con cui ha lavorato per oltre 20 anni. Loro hanno coprodotto Giulietta degli spiriti nel 1965 e Amarcord 1973 e Ginger e Fred 1986. Lui ha anche collaborato con Luchino Visconti nel film Le notti bianche nel 1957 e Morte a Venezia 1971.
A ciascuno il suo vale la pena menzionare il trio degli attori eccellenti interpretati da Gianmaria Volontè nel ruolo della professoressa, Paolo Laureane, Iren Papas nel ruolo di Luisa Roscio, Gabriele Ferzetti nel ruolo dell'avvocato Rosella.
Vi consiglio di guardare questo film in particolare l'epilogo che apprezzo particolarmente.
Buona visione!
https://www.youtube.com/watch?v=i_HXE0d3BP4